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note di regia di Gianni Battaglia
Don
Chisciotte Sancio e il carro dei comici porta in scena gli episodi
fondamentali del gran romanzo cervantino, seguendo l'impianto narrativo
(drammaturgico?) ideato dallo stesso Cervantes.
Cambia solo la situazione: Una compagnia di commedianti rappresenta il
Don Chisciotte, con la sua carretta (il carro dei comici) e il suo scenario
dispiegato, nel luogo (scena) che i canoni estetici rinascimentali, prevedevano
o assegnavano alla commedia: un esterno, una piazza... dove stanno una pedanina,
dei siparietti e un piccolo macchinario teatrale che costituivano una struttura
di messa in scena utilizzata nella Spagna e nella Europa del tardo Cinquecento, "carro" che
lo stesso Cervantes non manca di evocare quando racconta l'episodio dei commedianti.
Su questi "supporti" scenografici la compagnia interpreta, con apparente
sgangherata spensieratezza, le vicende chisciottesche, finendo per riproporle
in un teatro comico fagocitante.
L'allestimento tende a tratteggiare un Chisciotte non più alla
gogna di stereotipi secolari, segnato dal cerebralismo concettistico,
di più recenti produzioni novecentesche (Chisciotte eroe incupito,
perdente), ma un Chisciotte mito e fonte della commedia europea postrinascimentale,
in posa su una suprema costante ironia, dal profilo giocoso e volitivo
come lo applaudi la società europea di quei due secoli (Chisciotte
eroe solare, vincente).
Al centro dell'opera stanno il Rinascimento e il Barocco o quella fase
epocale, estetica ed estetizzante, fra l'uno e l'altro, che "nutrì",
e di cui si nutrì, la scrittura di Cervantes. Ma soprattutto al
centro della rappresentazione, come accade pienamente nel romanzo, sta
la magica suasiva parola di Cervantes-Chisciotte, quel superbo fraseggio
tardo rinascimentale barocco con i suoi compiacimenti retorici, le sue
iperboli, i suoi ornamenti sintattici, che più dell'armatura e
della lancia vestono il cavaliere mancego. Al centro del teatro occidentale
sta quell'ineffabile conversare e sognare insieme che lega per sempre
Don Chisciotte e il suo scudiero.