Don Chisciotte Sancio e il carro dei comici

Cervantes

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Vittoria 2005

note di regia di Gianni Battaglia

Gianni Giuffrè Don Chisciotte Don Chisciotte Sancio e il carro dei comici porta in scena gli episodi fondamentali del gran romanzo cervantino, seguendo l'impianto narrativo (drammaturgico?) ideato dallo stesso Cervantes.
Cambia solo la situazione: Una compagnia di commedianti rappresenta il Don Chisciotte, con la sua carretta (il carro dei comici) e il suo scenario dispiegato, nel luogo (scena) che i canoni estetici rinascimentali, prevedevano o assegnavano alla commedia: un esterno, una piazza... dove stanno una pedanina, dei siparietti e un piccolo macchinario teatrale che costituivano una struttura di messa in scena utilizzata nella Spagna e nella Europa del tardo Cinquecento, "carro" che lo stesso Cervantes non manca di evocare quando racconta l'episodio dei commedianti. Su questi "supporti" scenografici la compagnia interpreta, con apparente sgangherata spensieratezza, le vicende chisciottesche, finendo per riproporle in un teatro comico fagocitante.

L'allestimento tende a tratteggiare un Chisciotte non più alla Gianni Battaglia Sanciogogna di stereotipi secolari, segnato dal cerebralismo concettistico, di più recenti produzioni novecentesche (Chisciotte eroe incupito, perdente), ma un Chisciotte mito e fonte della commedia europea postrinascimentale, in posa su una suprema costante ironia, dal profilo giocoso e volitivo come lo applaudi la società europea di quei due secoli (Chisciotte eroe solare, vincente).
Al centro dell'opera stanno il Rinascimento e il Barocco o quella fase epocale, estetica ed estetizzante, fra l'uno e l'altro, che "nutrì", e di cui si nutrì, la scrittura di Cervantes. Ma soprattutto al centro della rappresentazione, come accade pienamente nel romanzo, sta la magica suasiva parola di Cervantes-Chisciotte, quel superbo fraseggio tardo rinascimentale barocco con i suoi compiacimenti retorici, le sue iperboli, i suoi ornamenti sintattici, che più dell'armatura e della lancia vestono il cavaliere mancego. Al centro del teatro occidentale sta quell'ineffabile conversare e sognare insieme che lega per sempre Don Chisciotte e il suo scudiero.

Grafica: Kreativamente - Sviluppo: Licio Ferrari