MARTA LA TERRA Nausica

note di regia, i versi e la interpretazione - pag2

I VERSI. L'endecasillabo sciolto del Pindemonte, neoclassico più che preromantico, laddove esalta la forma ha quella grazia ed eleganza che il Pindemonte, nell'arte di tradurre dal greco, imparò prestissimo. Il verso pindemontiano possiede anche una straordinaria forza teatrale: nella continuità sintattica e nei costrutti fraseologici, privilegia l'enjambement, la parola breve, il ritmo e la pausa; privilegia anche, con bell'esito interpretativo, la suffissazione pronominale e le figure retoriche e la trasposizione, l'iperbato e l'anastrofe, delle parti del discorso; e privilegia il gusto della descrizione leggiadra, del vagheggiamento, della idealità estetica. Il Pindemonte invitava a distinguere tra le sensazioni che suscita una scena naturale prodotta dal caso e una bella scena artificiale, verso cui egli stesso mostrava di indulgere.

RICCARDO MARIA TARCI  VALENTINA FERRANTE e MASSIMO LEGGIO (di spalle) Interpretazioni. RICCARDO MARIA TARCI dà vita ad archetipi eterni, universali del poema, il sofferto Tiresia vaticinante, il magnanimo e illuminato re Alcinoo, pervaso, per mimesi d'Ulisse, dall'ardore per i viaggi e la conoscenza, il pastore Eumeo malinconico fedele custode del mito dell'appartenenza. VALENTINA FERRANTE è una vibrante Calipso, una fagogitante Circe, ma anche una mesta Anticlea, la madre dolente che Ulisse incontra fra i morti; è poi la regale umanissima Penelope. Il personaggio di tutti più immediato è certo Ulisse, che MASSIMO LEGGIO pone all'interno di una umanità variegata, sospeso tra pragmatismo e nostalgia, tra fisicità e raziocinio, tra universalità dell'uomo e individualità, proteso al vissuto più quotidiano e materiale e in pari tempo alla ricerca e alla conoscenza, ma anche piegato dai segni deteriori dell'essere, in un compendio di umanità che tutto racchiude in sé, il bene, e il suo contrario... Altri personaggi sono affidati a giovani interpreti di incisiva efficacia: la leggiadra Nausica di MARTA LA TERRA; l'apprensiva nutrice Euriclea di GIULIANA GIARDINA; gli antagonisti Euriloco e Antinoo di LORENZO MARIA ZARINO. Chiude GIANNI BATTAGLIA come vecchio narrante, arcana reminiscenza del vate greco o dei rapsodi achei intorno al sec. X a.C. Battaglia legge il testo, come altri due attori in qualche snodo, ché nel suo ruolo didascalico c'è la dimensione del racconto, la perpetuazione memoriale scritta, non più orale, della Odissea.


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Grafica: Kreativamente - Sviluppo: Licio Ferrari