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autore opera
ARISTOFANE
Pare sia nato intorno al 445 a.C. nel demo di Citadene, nell'Attica, e
morto ad Atene intorno al 385. Dotato di vasta cultura, pare non fosse direttamente
coinvolto nella vita pubblica cittadina, nonostante i suoi testi siano intrisi
di passione politica. Gli vengono attribuite circa sessanta commedie. Le
prime, andate perdute, sono I banchettanti (del 427) e I
babilonesi (del
426). Solo undici sono giunte fino a noi: Gli Acarnesi (scritta nel 425),
I Cavalieri (424), Le
nuvole (423), Le vespe (422), La
pace (421), Gli uccelli (414), Lisistrata (411), Le
Tesmoforiazuse o Le donne alla festa di Demetra (411), Le
rane (405), Le Ecclesiazuse o Le donne a parlamento (392), Pluto (388).
Aristofane guarda alle vicende di Atene dalla visuale di un aristocratico
conservatore e moderato. Di Atene soffre il declino, il crollo incombente.
GLI UCCELLI
fu scritta e rappresentata nel 414.
Due greci, Pistetero ed Evelpide, lasciano Atene per una nuova città,
disgustati dei continui processi, in realtà delusi della imperfetta
democrazia ateniese. Vagheggiano una città irreale, sede di tutti
i piaceri e di ogni forma di libertà. Entrambi giungono nella
dimora degli uccelli dove cercano e incontrano Tereo, re di Tracia, trasformato
in Upupa secondo la leggenda, a cui chiedono consigli su dove stabilirsi.
Attraverso Upupa vengono in contatto con gli altri volatili. Pistetero
inganna gli uccelli. Li convince che essi sono stati i primi dei dell'universo,
molto prima di Zeus e delle altre divinità e li incita a costruire
una città fra la terra e il cielo, che sarà chiamata Nubicuculia.
La città sarà così estesa da intercettare tutte
le esalazioni dei sacrifici umani, così da "affamare" gli
dei e indurli a cedere agli uccelli l'antico potere sugli uomini. Pistetero è acclamato "capo" assoluto.
E mentre Nubicuculia è meta fugace di personaggi chiacchierati
e corrotti della Atene del tempo, gli Dei, affamati, scendono a patti
con Pistetero, proprio quando Pistetero ha da poco passato allo spiedo
un gruppo di uccelletti che dissentivano dalla sua politica. L'ambasciata
degli dei non sortisce effetti e Zeus sarà costretto a cedere
a Pistetero il potere e a cedere Regina, la fanciulla che custodisce
il fulmine e alcune altre "prerogative" olimpiche.