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note di regia di Gianni Battaglia - pag2
... nel teatro il linguaggio non è convenzionale, se non per una categoria
elitaria di spettatori; è "convenzionabile". La cosiddetta "comunione" fra
spettacolo vivente e spettatori è una utopia. Non lo sarebbe in una
società sapienziale. La realtà (la natura) crea un grande spettacolo
delle sue cose. Anche il pensiero è spettacolo. Lo spettacolo che ognuno
dà di sè può essere non voluto, inconsapevole. Ma non
può non esistere.
La vita come spettacolo, ma anche il teatro
come spettacolo, caratterizzano
la recitazione di questo misterioso, e misterico, testo di Ionesco, e la
spingono verso la parodia, e poi verso la caricatura. La vita della parodia
si compie nel linguaggio; nel linguaggio parodistico, e poi caricaturale, che Ionesco
incendia.
Il grande tema della morte resta centrale. Contro la morte all'uomo resta la sola arma della parodia, non come salvezza ma come distacco. Ecco, contro la morte il distacco del filosofo, il gioco del clown, l'oblio del circo! E gli resta la parola, come speranza. Gli interpreti parlano, parlano. Nononostante tutto, non si può fare a meno di parlare, perché non si può fare a meno di sperare, come Abramo, che "sperò contro la speranza".
Gianni Bracchitta Il Medico
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