temi note regia artisti galleria fotografica scenografia costumi musiche copione autore opera
Il re muore temi:
- Su tutti emerge il concetto dello spettacolo (della vita) come parodia,
e dello spettacolo della morte come caricatura.
- Il concetto del nichilismo, nel senso di materialità del nichilismo.
Il nichilismo è nella vita, nel disordine, nella irrazionalità.
- Il mondo che vive nel caos, con il regno (di Bérenger) che continua
a girare su se stesso come materializzazione dell'eterno ritorno dell'uguale.
- Lo stato di schiavitù dell'uomo alla fisiologia dell'esistere.
- L'assenza di un mistero-fede, ma la presenza del mistero-nulla, del
mistero assenza.
- La tensione alla conoscenza come illusione contro la morte. Ma la conoscenza
va a esaurirsi nella "parola", ancor più si infrange
sulla natura strettamente sessuale della parola. E la parola come speranza.
Non si può fare a meno di parlare, perché non si può fare
a meno di sperare.
- La condizione del divenire perenne delle cose, senza percezione consapevole
della coscienza.
- Il vissuto sullo sfondo del trascorrere del tempo e dello spazio. Nell'alternarsi
del giorno e della notte la natura sembra cercare Dio; nel ricrearsi
continuo della natura c'è la tensione verso il miglioramento continuo;
c'è la tensione verso Dio. E' un processo che sembra non avere
mai fine. Ma Dio è oltre questo processo di continuità,
di nemesi, perché altrimenti non sarebbe Dio.
Ma c'è anche una armonia eterna delle cose, che si intreccia
e si alterna al caos. E c'è la condizione umana, esistenziale,
della paura, che si fa, anche questa, spettacolo.
Infine nella figura del re Bérenger, che dovrà morire,
c'è la identificazione di tutta l'umanità. Ma l'Universale
che si pone in relazione con la dimensione più strettamente individuale
non è una "generalizzazione" della drammaturgia, non è neanche
un ripiegamento superficiale, ma un completamento.
Infine, da una parte della critica, circoscritta in verità, sorge
l'attacco a Ionesco, di non aver dato toni adeguati, probabilmente tragici,
alla grandezza e alla profondità del tema della morte. Da un versante
opposto si ritiene invece che il tema venga esaltato nelle profondità drammatiche
proprio dal linguaggio che sfugge alla tragedia per tendere più alla
pochade, alla caricatura, alla simbolizzazione surreale. Il tono tragico è consolatorio;
il grottesco, l'irridente, sono laceranti e inconsolabili e cupi e drammaticamente
ultimativi.