Vittoria 2005

la tradizione - pag2

Elemento di centralità figurativa tanto della processione quanto della rappresentazione è un'antica e preziosa statua del Cristo morto, in cartapesta del '700, che, all'interno di un'urna-cataletto, in corteo animato, ricco di simbologie rituali, viene condotta al "Calvario" e inchiodata alla croce presso un tempietto neoclassico, ivi esistente. In quella piazza la statua è lasciata alla visita devozionale dei fedeli e dei turisti; la sera, nel corso della rappresentazione scenica, è deposta dalla croce durante la rappresentazione, ricollocata nell'urna e riportata al sito originario. ...Non c’è interruzione ma continuità fra il momento processionale mattutino di andata, il pellegrinaggio pomeridiano dei fedeli presso il Golgota, il significativo intercalare della rappresentazione serale in P.zza Calvario, e la processione conclusiva di ritorno. E Vittoria è forse uno dei pochi centri italiani in cui avviene una saldatura perfetta fra due generi di teatro sacro, che la tradizione vuole nel tempo nettamente differenziati: la rappresentazione su luogo fisso e la rappresentazione itinerante o processionale.
Fino alla metà dell'Ottocento si ha notizia di un testo proposto in forma di dialoghi, riuniti in unica scrittura scenica sotto il titolo di "La scesa dalla croce", probabilmente in versi dialettali, di cui non sembra rimanga traccia. Alla metà dell'Ottocento i "Dialoghi" vengono sostituiti dall'attuale "Dramma Sacro" scritto dal vittoriese Alfonso Ricca, testo che si rappresenta in continuità dal 1859, con l'interruzione, nel Novecento, del periodo intorno alle due guerre e del 1957 quando non si ebbe Sacra Rappresentazione.
scena della deposizione Il testo che attualmente si recita è l'originale del marchese Alfonso Ricca, senza le emendazioni di Iacono, ma con un prologo, un epilogo e degli incisi ricavati dai Vangeli e da autori contemporanei.
La rappresentazione viene diffusa in tutto il mondo in diretta televisiva satellitare.

scena della deposizione

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Grafica: Kreativamente - Sviluppo: Licio Ferrari