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edizione 2007 note di regia di gianni battaglia - pag1
TEMI E SACRALITA' NELLA MESSA IN SCENA. In questo
allestimento il Golgota è
"rifugio" della contemporaneità. La Morte in Croce è
rinnovamento, palingenesi, di una imperfetta dimensione del vivere, e dei livelli e di
infiniti modelli, ambigui, di civiltà, di questi anni. La Passio è poi data qui come
lenimento del
dolore disperato, inconsolabile, che recano le tragedie di oggi e di sempre; lenimento dello
strazio, inconsolabile, per il fluire continuo del sangue innocente.
Questo "spettacolo", della Passione, tende a proteggere il Dramma Sacro da un folclorismo
di maniera, da una presunta, distorta idea di "tutela a oltranza" proclamata da un
tradizionalismo retrivo e anacronistico.
Ogni rappresentazione ha un suo tempo di scena, che è il tempo nel quale accadono i fatti, della rappresentazione. Il tempo di scena di questo Dramma Sacro è il presente e la contemporaneità; è il 2007. Soggetto di questo Dramma è l'uomo di oggi, con le sue problematiche, le tragedie. E mentre giunge sul Golgota, quest'uomo, e medita, e sogna e soffre e gioisce, gli accade di ricordare, come in un'immagine rivisualizzata nella memoria, i fatti conclusivi della Crocifissione che il testo (neo)classico di Alfonso Ricca a metà dell'800 descriveva. E accade poi, alla fine, che Passato e Presente si intreccino sul palco, rifluendo in una atemporale universalità, a cui la Chiesa si rivolge, sempre; a cui il messaggio sacro sempre destina.
ALFONSO RICCA ED EMANUELE GIUDICE. Al testo classico di RICCA, testo centrale della rappresentazione, ora si affianca la poesia contemporanea di EMANUELE GIUDICE, austera, severa, impietosa nella denuncia, che diventa testo del Dramma Sacro e che dà respiro poetico al Prologo e all'Epilogo, nei quali il Dramma si compie. La sintesi espunta dai versi più noti di Giudice dà voce all'inquieto uomo di oggi, brutale, tormentato, dolente e malinconico; a quella religiosità problematica che differenzia il poeta Giudice da altri poeti "religiosi" (Testori per esempio). La scrittura poetica di Giudice è superpremiata, in questi anni, in Italia. Il Prologo e l'Epilogo sono poi arricchiti da alcuni frammenti da Isaia, Davide Maria Turoldo, Karol Wojtyla, Muhammad Al-Sabbagh, Vittorio Pirillo.
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