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Lo scritto è del marchese Alfonso Ricca (1791-1850) vittoriese,
fratello della madre del Barone Serafino Amabile Guastella, di Chiaramonte
Gulfi. Il Guastella fu demologo, scrittore, poeta e saggista di chiara
fama.
Il Ricca, viene tratteggiato come amante delle lettere, di media cultura,
di idee politiche improntate a principi di libertà (A. Alfieri "Sacre
Rappresentazioni a Vittoria" Utopia edizioni 1988). Oltre al Dramma
Sacro non si ha notizia di altri suoi scritti.
Il Dramma Sacro trova la sua prima messainscena nove anni dopo la morte
del suo autore (1859) e da allora viene sempre rappresentato, esclusi
i periodi delle due guerre e il 1957 quando non si ebbe Sacra Rappresentazione.
E' composto di 450 versi in endecasillabi sciolti, di stile ottocentesco
e romantico, con talune peculiarità morfologiche e tematiche che
rivelano un gusto per le figure retoriche, per l'enfasi e la declamazione, per una non
sempre spontanea versificazione metrica. Il testo echeggia,
in qualche caso trascrive, sintagmi, locuzioni, termini, che si ispirano
a indubitabili sedimentazioni classiche alle quali l'autore inclinava
e a un frasario melodrammatico di epoca setteottocentesca:
Dramma Sacro, vv. 311/2, Misandro: "Ah!
non fia ver, per Dio, ch'oggi Misandro / debba vil apparir" (cfr. T.Tasso, Gerusalemme
Liberata,
IV, 15 "Ah! non fia ver, ché sono anco estinti...").
Dramma Sacro, vv.294/5/6, Centurione "Taci,
Misandro / ed ubbidiente, umìle, il capo inchina ..." (cfr.
T.TASSO, Rinaldo, Canto
III, 71 "con atto umìle il capo a lui chinando...").
Vari ricercatori e in particolare il già citato Angelo Alfieri
ci informano sull'ispirarsi della scrittura del Ricca a una sacra rappresentazione "Il
riscatto di Adamo nella morte di Gesù", di Filippo Orioles,
più nota come Mortorio di Cristo, largamente diffusa e conosciuta
in Sicilia fin dal 1750. Dei dicannove personaggi del dramma dell'Orioles
ben dieci si ritrovano nel testo del Ricca.
foto: la copertina del libro di Angelo Alfieri, Utopia Edizioni 1988
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