Vittoria 2005

note di regia di Gianni Battaglia

Gianni Battaglia Man mano che avanza la preparazione, e vedo i personaggi crescere negli attori, vado sempre più convincendomi del fatto che "Verso Nicomedia", nella sua essenzialità di tratteggio, sia diventata una evocazione un po' trasognata di certe suggestioni visive e ludiche della mia infanzia, della mia adolescenza.
Certi giochi con le figurine degli eroi dell'Iliade, o anche di storie fantastiche che costruivo in me con le figure immaginate, di Cesare, di Cleopatra, perfino di Nerone, che divertivano i miei pomeriggi di giochi o di fantasie, me li ritrovo adesso, in questo allestimento dove i personaggi mi risultano scolpiti, nitidi, semplici o semplificati nella fisionomia di scena e nella psicologia, quasi elementari...

Nonostante queste "fonti" e queste suggestioni, che potrebbero far pensare a un allestimento di tipo "cavalleresco", il testo invece, e dunque anche la interpretazione, tende verso un problematicismo dubbioso, tormentato, di tipo assolutamente non convenzionale... Il mio lavoro ha risposto a un bisogno di riformulare il tema del sacro, leggibile in Giorgio di Cappadocia, da una prospettiva meno apologetica, meno agiografica, lontana da forme di esaltazione celebrativa e popolare che nei secoli scorsi caratterizzavano la partecipazione della gente allo spettacolo religioso; lo sento (il mio lavoro) più vicino alle inquietudini e alla ipercriticità dell'uomo contemporaneo. Lo strumento drammaturgico di questo diverso approccio al tema lo avevo già individuato nella figura di una "popolana", affidata a Manuela Kustermann.
Miei riferimenti scenici per l'ambientazione dell'opera sono le forme canoniche delle sacre rappresentazioni classiche, ma anche certi quadri tipici degli auto sacramental spagnoli, sui toni alla Rafael Alberti, ma più solari, meno cupi, meno surreali. ...
La tessitura morfologica della rappresentazione si appropria di più cospicui elementi estetici (coro, canto lirico, dilatazione scenografica...) per imprimere al fatto teatrale quel maggiore impulso di solennità avvolgente e di "spettacolarità" che tramutano la rappresentazione sacra da fatto teatrale a "evento" di un territorio. (Gianni Battaglia da note di regia del maggio '91)

Grafica: Kreativamente - Sviluppo: Licio Ferrari