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temi (di Carmelo Arezzo) - pag1
Nell'accertare l'incarico propostogli dalle responsabili nazionali della congregazione delle Suore del Sacro Cuore, di approntare un lavoro teatrale dedicato a Suor Maria Schininà, fondatrice dell'ordine, in occasione della sua beatificazione, Gianni Battaglia deve essere stato certamente percorso da un brivido. Non lo so da lui, perchè Battaglia difende tenacemente il segreto su tutto quello che sta a monte del suo fare teatro, ma credo che il concreto timore di poter essere chiamato a firmare un lavoro celebrativo ed agiografico, deve averlo a lungo condizionato prima di sciogliere una riserva, che avrebbe dovuto superare il pericolo di non poter aggiungere ancora una tessera al suo mosaico di ricostruzione della cultura iblea a cavallo tra due secoli, l'Ottocento della sofferta invenzione letteraria, a volte alimentata di soggezione e di prevaricazioni, ed il Novecento votato sia pure lentamente verso la democrazia ed il riscatto delle classi subalterne.
Ho certezza — e larga parte dello spettacolo, con le sue sequenze
che ripercorrono precedenti esperienze di Battaglia da "La ballata
del vecchio sapientone" a "Strammuottu 'n puisia", mi
dà conferma di questo — che appunto l'occasione di ricostruire
il percorso sentimentale e vigorosamente terreno di questa donna, aristocratica
ed elegante, in un contesto sociale che continuava ad esibire — nella
Ragusa altalenante tra l'Unità d'Italia e la dualità dei
municipi — forti seppure non violenti conflitti tra classi sociali
certamente lontane, ha coinvolto la vocazione di uomo di teatro quale č Gianni
Battaglia, che delle sue radici culturali ha saputo fare materia d'arte.
Solo dopo, sull'onda della spiritualità del messaggio portato
dalle musiche e dai testi delle canzoni in precedenza scritte dal cantautore
Rino Farruggio per "Maria sempre", e certo anche per .... (segue)
foto: Maria Schininà rientra in casa durante un carnevale